Passaggio dal rituale mistico: fatto.

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Serata autunnale carica di emozioni. Un mantello nero con il cappuccio, un bustier nuovo di cuoio che chiude la vita come una morsa ma libera il seno completamente, un doppio didlo di vetro che mi aspetta al termine del rituale.

Il locale è nuovo, non lo conosco. Ma conosco ormai abbastanza bene le persone. Si parla, si guarda in giro, aspettando il richiamo.. alcune dame poi raccolgono le donne per il cambio d’abito. E la serata può iniziare.

Come sempre il pensiero di cosa sarebbe stato ha accompagnato i miei giorni. Giorni per accendere tutti i sensi e arrivare al rituale dove ogni centimetro di pelle può sentire come sotto 100 frustate. Accesa e recettiva, sento l’odore dell’eccitazione degli altri nelle narici, fino al cervello, fino al clitoride. Per giorni riconosco negli occhi di chi ho intorno quel gusto di voler possedere.

E poi lì in piedi. Un uomo una donna un uomo una donna…. e resto per ultima. Con il mio mantello che copre scopre una parte del seno esposto. Per ultima perché sono tesoriera del didlo per l’inizio dei giochi. E raggiungo le altre, scelgo la mia compagna di giochi, la sdraio sotto di me.

Non serve bagnarla per penetrarla, entra e affonda. Non è la mia carne ma sento come se lo fosse. La parte del vetro che sporge entra anche dentro di me: iniziamo a muoverci e le vestali ci fanno raggiungere dai maschi. Sempre troppo in fretta per poter assaporare il gioco e gli occhi fissi su di me.

Il resto è spesso confuso.. si nasconde nella pelle e nei lividi del giorno dopo.

Mi resta solo la gran malinconia di non aver usato la gabbia che troneggia nel centro del locale.. e una fantasia soppianta una realtà appena compiuta.